Buongiorno, come state? Io sono un po’ infreddolita ma non mi posso lamentare. Ho qualche dolorino alle ossa un po’ attempate... certo ci vorrebbero il sole e un meltemi leggero ad asciugarle per provare un po’ di quel giovamento che ogni estate arriva puntuale quando finalmente raggiungo le mie isolette e che mi porto appresso per buona parte dell’autunno e dei primi freddi invernali. Ma veniamo a noi. L’altra sera ho postato un video che riguarda una delle piccole Cicladi, Schinoussa. Qualcuno di voi probabilmente la conosce, qualcuno ne avrà sentito solo parlare e per alcuni è una scoperta. Ve la voglio raccontare un po’ come la vedo io. Tutti o quasi, diciamo il 90% dei racconti che riguardano un’isola Cicladica come un’isola del Dodecanneso o dell’Egeo in generale inizia quando il portellone del traghetto finalmente si apre, visione che tutti i Greciofili conservano nostalgicamente e preziosamente nella propria memoria, il momento di massima felicità; la meta tanto agognata appare finalmente ai nostri occhi come un flash accecante, dal buio del garage alla luce abbacinante dell’estate Greca e dei suoi paesaggi bianchi. E così avviene anche a Schinoussa, e se proprio volessimo rendere il tutto perfetto sarebbe bene trovarsi dietro al portellone di poppa dell’Express Skopelitis, altro mito dell’Egeo, ma di questo parleremo un’altra volta. Insomma, il porto di Schinoussa è un’insenatura naturale riparata dai venti di Meltemi che termina con una spiaggia dalle acque cristalline ombreggiata da tamerici. In fondo gli unici movimenti che si avvertono nel porto di Schinoussa durante il giorno sono l’arrivo e la partenza di un paio di traghetti ed è quindi da considerarsi luogo per trascorrere la giornata di mare alla pari di altre spiagge. Nella piccola baia è anche possibile mangiare, ci sono due taverne molto interessanti, premetto che è un’isola di quelle dove si mangia decisamente bene ma qua in porto non aspettatevi le taverne greche con le seggioline in paglia colorate. Questi due ristoranti servono principalmente gli ospiti e gli equipaggi dei grandi Yacht ancorati nei pressi dell’isola perché questa è anche l’isola di villeggiatura di ricchi armatori e imprenditori che non amano troppo apparire. I piatti sono interessanti e appetitosi, tra le offerte si possono trovare: carpaccio di pesce e di gamberi, quest’ultimo veramente buono, ceviche, pasta con aragosta, insalate varie e un ottimo dakos, ricci di mare, gamberoni aperti, impanati e fritti con salsa allo yogurt e wasabi.... oltre a qualche solito piatto della cucina greca che tanto amo. Distante circa 1 km dal porto, salendo attraverso la strada asfaltata, una delle due, perché l’isola è percorsa solo da strade sterrate, alcune miste a sassi, (il mezzo più indicato, sempre usando molta prudenza è il quad), ci si ritrova a Chora. Chora, sulle isole greche, soprattutto le isole dell’Egeo, è il nome della capitale dell’isola, del centro principale, solitamente quello che vedete in foto tutto bianco e arroccato su di un’altura. Al suo centro si trova la chiesa di Panagia, intorno un dedalo di stradine dalle casette candide adornate da rigogliose piante di buganvillea bianca, arancio e rosa. Non vi stupite se percorrendo la strada che la attraversa, lunga circa 150 m non incontrerete nessuno, è un luogo silenzioso, a volte sembra disabitato, ai lati alcuni kafeneio, taverne, una banca, un’agenzia viaggi, un forno, la posta, una libreria, qualche alimentari e un paio di piccole boutique quasi nascoste. La mattina si può vedere qualcuno che si aggira, occhiali da sole sul naso sedersi tranquillo a gustare l’ottima e ricca colazione per tutti i gusti che è possibile consumare in Grecia; croissant, pane, marmellata, uova, pan cakes, waffles, torte, yogurt, frutta, miele e un immenso meraviglioso caffè frappé di quelli che non bastano mai. La strada che attraversa la Chora finisce e ci si ritrova in uno spazio aperto. Le Isole Cicladi sono tutte grandi spazi aperti. La vegetazione è quasi inesistente, qualche isola vanta un po’ di verde in più ma siamo parecchio a sud, decisamente più a sud della Sicilia ed è solo grazie al Meltemi se non si muore di caldo, anzi ci si permette di non accendere l’aria condizionata e non si soffre per i dolori provocati dall’umidità. Questi spazi aperti sanno di mare, di campagna, si cammina vento in faccia davanti a un blu assoluto che si fonde con l’oro dei campi e il colore della terra. I soli rumori sono quelli del vento e degli animali; asini, capre, galli... si torna a sensazioni cui non siamo più abituati e che forse alcuni di noi neanche conoscono. Sull’isola viene coltivata quello che conosciamo come Fava di Santorini. Solo ad Amorgos e a Schinoussa si coltiva una particolare varietà dall’inconfondibile sapore di questo legume che la rende diversa dalle altre ma che effettivamente altro non è che un pisello (ipsum sativum) della varietà Katsouni. E’ un classico pisello racchiuso in baccelli verdi che contengono piccoli piselli con buccia verde e polpa gialla all’interno che vengono poi spezzati in due da appositi macchinari mentre un tempo era un procedimento eseguito a mano. I semi vengono conservati da sempre da ogni famiglia dell’isola; gnuno ha i suoi semi di katsouni e li replica tramandandoli di generazione in generazione. Così rifletto su questi semi antichi, preziosi, custoditi da ciò che da valore alla vita, ossia la famiglia. A Schinoussa ci sono una quindicina di spiagge, nonostante sia piccina ha molto da offrire da questo punto di vista. Alcune sono raggiungibili con un mezzo, altre solo a piedi. Rivolte a sud abbiamo la spiaggia di Tsigouri, ombreggiata da tamerici e posizionata esattamente sotto alla Chora. E’una spiaggia che non amo molto per la musica proveniente dal bar-taverna, frequentato da chi ama un po’ di “movimento,”(sempre relativo da queste parti) e da giovani mentre, proseguendo nella stessa baia si incontra Livadi, una delle più gettonate da famiglie e bambini, con taverna di rito alle spalle. Proseguendo ancora, superando un piccolo promontorio ci si ritrova nella baia di Aligoria ove ci sono un paio di deliziose piccole spiagge, Gagavi e Campos. A nord-est troviamo LiouLiou e poi la baia di Almyros; sabbia chiara, fine, fondali bassi e acqua cristallina. Proseguendo nella baia troviamo Fountana, dopo di che un altro promontorio dietro il quale si nasconde Avlaki Tuo Papa, spiaggia tanto amata dai naturisti. Ma andiamo avanti e si arriva ad una delle mie preferite, Psili Ammos, (che non manca su qualsiasi isola greca che si rispetti), larghe tamerici ad ombreggiarla sorgono nel mezzo della spiaggia formando un’enorme cappello sotto il quale trovano rifugio svariati gruppi di persone creando quasi un’atmosfera da festival hippie. Particolare la duna di sabbia che ricopre tutto il versante del pendio nord dell’insenatura. Le ultime due sono Fikio e Gerolimonas, raggiungibili solo a piedi ma bellissime, ne vale la pena. Fidou è la piccola isola satellite di Schinoussa, raggiungibile con le barche turistiche che ti portano e“abbandonano” per riprenderti qualche ora dopo; la sua unica spiaggia è decisamente notevole. Sulla strada che dalla Chora porta a Psili Ammos si attraversa un minuscolo agglomerato di nome Messeria, o forse chiamarlo così è troppo, diciamo un pugnetto di case abitato da una ventina di persone, con una propria chiesa e un paio di cactus che lo caratterizzano. Qui c’è una taverna molto carina dove ho mangiato uno dei polpi più buoni della mia vita, bevuto birra ghiacciata e giocato a lungo a tavli con mio figlio Marco. E poi cala la sera, il sole si tuffa in mare e come sempre mi apposto da qualche parte pronta per lo spettacolo, fotocamera alla mano. Ho perso il conto degli scatti che ogni giorno dedico a questo momento e mi piace indugiare a lungo nella luce che all’orizzonte diventa sempre più rossa mentre il cielo sopra di me diventa sempre più blu. A volte mi fermo così per un po’ attendendo che l’isola mi dia un segnale, l’imput per iniziare la serata, tanto non ho orari, doveri. L’isola in fondo non prende vita prima delle 21 ma anche più tardi e piano piano la via principale che percorre quei 150 metri attraversando la Chora si trasforma in un eclettico e colorato salotto dove si conoscono un po’ tutti...tavolini, seggioline, tutto si triplica! E tra un Rakomelo, un Raki, chiacchiere e musica si tira tardi! La Chora immacolata, silenziosa e deserta durante il giorno la sera diventa una gran bella e allegra festa. Man mano che i giorni trascorrono divento sempre più parte di questa terra, questo mare e questo tempo, cambia tutto, cambia il tempo e il suo modo di trascorrere, cambiano le priorità cambia ciò di cui ho bisogno e mi rendo conto che tutto ciò che voglio in fondo è qua e che non mi interessa nulla di ciò che sta a casa, è tutto qua, guardo i miei figli e il mio cane che stanno giocando poco più in la…e poi arriva l’Express Skopelitis e ti porta su un’altra isola e l’avventura ricomincia.
top of page
Riprova tra un po'
Quando verranno pubblicati i post, li vedrai qui.
Cerca
bottom of page
Comments